Franciacorta: tutto quello che c’è da sapere

Il Franciacorta è un vino italiano molto apprezzato e riconosciuto a livello internazionale. Le sue bollicine ci accompagnano nei nostri migliori momenti di convivialità a tavola, dall’antipasto fino a tutte le altre portate. Ma il Franciacorta non è solo un vino. Attorno a lui c’è un intero mondo ricco di gusti, sentori e sfumature sorprendenti.

Franciacorta: origini

Anche se il primo vino Franciacorta prodotto con il metodo classico è del 1961, in quest’area si produce vino da sempre. Le prime tracce della presenza di vinaccioli (seme dell’acino d’uva) risalgono alla preistoria, mentre le prime testimonianze scritte sulla coltivazione di vino le abbiamo dai letterati dell’epoca romana.

Anticamente, il vino prodotto in questo territorio aveva un carattere fermo, molto diverso da quello di oggi. È solo dal ‘500 che abbiamo testimonianze di produzioni di vini mossi in questa zona, a testimonianza di una certa vocazione suggellata con la prima bottiglia del 1961 e, più tardi, nel 1990 con la costituzione del Consorzio volontario per la tutela dei vini della Franciacorta.
Oggi il nome “Franciacorta” identifica l’universo degli spumanti metodo classico, attestandosi come un’eccellenza tutta italiana portatrice dell’unicità del suo terroir.

Perché si chiama Franciacorta?

Con Franciacorta s’intende prima di tutto il territorio nel quale viene prodotto il vino DOCG (di origine controllata geograficamente). La prima volta che appare il nome “Franzacurta” risale al 1277, nello statuto municipale di Brescia, identificando l’area delle francae corti, ovvero Corti Franche, esenti dal pagamento di dazi e tributi. Questo territorio era tra l’altro molto importante per il rifornimento di vino del capoluogo lombardo.

Franciacorta: come si produce

Il Franciacorta è da molti chiamato lo Champagne italiano. Non solo per il grandissimo pregio che possono raggiungere le sue bottiglie, ma anche per il metodo di produzione, detto metodo classico o anche metodo Franciacorta. Questo vino per definirsi tale deve seguire un iter produttivo definito dal disciplinare della DOCG Franciacorta.

La raccolta

Le uve Chardonnay, Pinot Nero, Erbamat e Pinot Bianco vengono vendemmiate manualmente tra il periodo di Ferragosto e la prima settimana di settembre. In seguito alla raccolta, avviene la pressatura soffice dei grappoli interi per ricavare il mosto.

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La prima fermentazione

Segue una prima fermentazione che dura fino al fiorire della primavera. In questo periodo, il mosto viene quindi posto in vasche d’acciaio o barrique (botti di legno), a discrezione della cantina.

L’imbottigliamento e la rifermentazione

Dopo 7 mesi dalla vendemmia viene imbottigliato il vino creato dall’assemblamento dei vitigni. Vengono aggiunti anche i lieviti e lo zucchero, dopodiché la bottiglia viene chiusa con un tappo metallico e posta in posizione orizzontale. È da qui che inizia la lenta fase di rifermentazione in bottiglia e la formazione di anidride carbonica, responsabile delle bollicine. A seconda del tempo di rifermentazione, avviene anche la distinzione tra le diverse tipologie di Franciacorta:

  • F. non millesimati: almeno 18 mesi
  • F. Satèn e Rosè: almeno 24 mesi
  • F. millesimato, Rosè millesimato e Satèn millesimato: almeno 30 mesi
  • F. riserva, Rosè riserva, Satèn riserva: almeno 60 mesi

Remuage e sboccatura

Dopo l’affinamento in bottiglia, avviene la fase di scuotitura della bottiglia, o in termini tecnici il remuage. Le bottiglie vengono quindi poste a testa in giù negli appositi appoggi detti pupitres. Da questa posizione, ogni giorno, manualmente o meccanicamente (a discrezione della cantina), le bottiglie vengono ruotate ed inclinate, in modo da permettere ai lieviti di posizionarsi verso il collo della bottiglia. Questa fase può durare fino a un mese.
Inizia poi la refrigerazione: il collo della bottiglia diventa un “tappo di ghiaccio” che, raccogliendo tutti i lieviti, li espelle violentemente con la sboccatura, ovvero con la rimozione del tappo metallico.

Il dosaggio

Ed eccoci giunti alla fase finale, ovvero il rimbocco. Per riequilibrare il vino contenuto nella bottiglia in seguito alla sboccatura, si inserisce lo sciroppo di dosaggio composto da vino base Franciacorta e zucchero in quantità diverse a seconda della tipologia di gusto che si vuole ottenere. Da qui si danno vita, infatti, in misura progressiva, a Franciacorta Non dosato, Extra Brut, Brut, Extra Dry, Dry, Demi Sec.
Infine, ultimissima fase: l’etichettatura del marchio DOCG.

Immaginavate che ci fosse tutto questo lavoro dietro una bottiglia di Franciacorta?

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Franciacorta: come si beve?

Ed ora veniamo alla parte più succulenta e cioè alla degustazione. Come abbiamo appena visto, i vini Franciacorta si distinguono in diverse tipologie assumendo anche toni e gusti differenti. In generale, si tratta di un vino a tutto pasto, adattandosi bene a tutte le portate, dall’aperitivo ai secondi piatti, dai più semplici ai più complessi.

Vediamo insieme caratteristiche ed abbinamenti delle tre macro-tipologie indicate dal disciplinare: “Franciacorta”, “Franciacorta Satèn” e “Franciacorta Rosè”.

Franciacorta

All’aspetto, giallo paglierino con riflessi dorati. Al naso, note di agrumi, frutta a polpa bianca e frutta secca. Al palato, appare equilibrato, dalla giusta combinazione tra freschezza e sapidità. Sentori floreali e fruttati, note di lieviti, di crosta di pane e delicate sfumature di agrumi completano l’assaggio.
Tra le pietanze più indicate per questi vini, possono esserci ad esempio secondi di pesce per l’Extra Brut, oppure una frittura di paranza e gli spaghetti alle vongole con un Brut. Se volete abbinarci un dolce, invece, vi consigliamo un calice di Franciacorta Demi Sec.

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Franciacorta Satèn

L’aspetto è di un giallo paglierino, con riflessi verdolini. Al naso arriva un profumo deliziosamente deciso di frutta matura, accompagnato da delicate note di fiori bianchi, mandorle e nocciole. Al palato anche qui abbiamo grande equilibrio tra una piacevole freschezza ed una ricca sapidità in un assaggio che risulta morbido, setoso. Il gusto conferma i sentori floreali e fruttati ed una piacevole sensazione di vaniglia.
Uno dei suoi abbinamenti migliori è insieme all’aragosta alla catalana, oppure anche in compagnia di un variegato piatto di verdure croccanti.

Franciacorta Rosè

All’aspetto è di un colore rosa più o meno intenso. Al naso, sprigiona un complesso di sentori delicati di fragoline di bosco, ribes e lampone tipici del Pinot Nero. Il gusto è fine e di grande struttura dalle spiccate note di frutti e fiori rossi.
I vini Brut ed Extra Brut possono abbinarsi molto bene a primi piatti a base di crostacei, mentre gli Extra Dry e i Dry sono perfetti per i dolci a base di frutta come crostate e cheesecake.

Dove bere Franciacorta?

Se non vi trovate nella terra vocata a questo spumante meraviglioso, al Ristorante Due Ladroni potrete scegliere tra diverse etichette della DOCG. Lasciatevi consigliare dal nostro personale di sala che vi saprà proporre abbinamenti intriganti per apprezzare al meglio il Franciacorta.

Vi aspettiamo in Piazza della Nicosia dal martedì al venerdì a pranzo e a cena ed il sabato a cena.