Vini pugliesi: il Primitivo di Manduria

Il Tacco dello stivale, la Puglia, regione antichissima e ricca di storia.
Terra in cui si insediarono per primi i Greci, pionieri del territorio e primi scopritori del sistema di coltivazione della vite ad “alberello”, il metodo più diffuso in Puglia.
Poi i romani, divulgatori della cultura vitivinicola pugliese.
La produzione del vino in Puglia è, in termini quantitativi, una delle più importanti in Italia. Negroamaro, Primitivo e Uva di Troia sono uve che negli ultimi anni abbiamo saputo apprezzare, non solo nel nostro territorio, ma anche nel resto del mondo.

Oggi  Concentriamoci su un vino che appartiene alla categoria dei vini autoctoni, cioè quei vini che nascono e hanno uno stretto legame con il territorio nel quale sono impiantati: Il Primitivo.

Un po’ di storia:

L’origine del Primitivo è molto antica, probabilmente è giunto in Puglia per mano degli Illiri, un popolo che abitava la parte occidentale della regione balcanica, dedito alla coltivazione della vite. Il vino, infatti, era noto come Primitivo di Sava, per la provenienza originaria delle uve, la Slovenia. Manduria, invece, è la località da cui successivamente ha preso il nome, perché da lì partivano le cisterne cariche del prezioso nettare.
Furono poi i monaci Benedettini, nel medioevo, a diffondere notevolmente la coltivazione della vite del Primitivo secondo quelle che erano le antiche tradizioni. Pare che alcuni frati, infatti, trasferendosi nel convento di Manduria, portarono con sé le magiche “barbatelle” (tralci di vite) che permisero poi di sviluppare nei secoli quello che oggi è riconosciuto come l’”Oro di Manduria“. Altri, invece, raccontano che fu la contessa Sabini di Altamura a portare in dote al marito Don Tommaso Schiavoni Tafuri di Manduria alcune barbatelle, che lui seppe sfruttare molto bene.

Caratteristiche

Tra le caratteristiche principali del Primitivo, innanzitutto, va citata la grande quantità di zucchero contenuta negli acini – sferici e di dimensioni medie, dalla buccia di colore bluastro e ricca di pruina – che di conseguenza potranno produrre vini con un titolo alcolometrico elevato, peculiarità abbinata a un rilevante contenuto di antociani nelle bucce, sostanze che conferiscono colore. Le piante, inoltre, spesso sono a piede franco, ovvero non sono innestate su viti americane per evitare la fillossera, a differenza della maggior parte dei vigneti europei.

La precocità del vitigno, infine, è testimoniata dall’epoca della vendemmia, che in Puglia generalmente avviene nella prima decade di settembre, spesso anche prima.

Abbinamenti

Un ottimo bicchiere di Primitivo accompagna egregiamente carni di maiale, piatti a base di Ragù (in Puglia tipicamente le orecchiette) ma anche carne di cavallo, carni grigliate ed arrostite, cacciagione, stufati e salumi stagionato. Tra i formaggi, meglio indicati con il primitivo, ci sono gli ovini dalla buona stagionatura, ma anche i formaggi a base di latte caprino o con note piccanti. Molto interessante è poi l’accostamento con il Bitto DOP, pregiato formaggio della Valtellina, meglio se stagionato.

Inaspettato e originale è, infine, il matrimonio con il pesce, specie se accompagnato da sughi e salse corpose e saporite come i nostri Pici al Ragù di Dentice i nostri Spaghettoni ai Moscardini.
Anche l’abbinamento con la pasticceria secca offre grandi soddisfazioni, ma l’accostamento migliore con i dolci si ottiene utilizzando il Dolce o il Primitivo Liquoroso.